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Come progettare il giardino: l’architettura naturale dei giardini di Opuntia.
I giardini, la loro essenza, la natura, la capacità di saperla guardare ed ascoltare: così nascono i Giardini di Martina che con Opuntia inaugurano un nuovo modo di progettare.
I giardini, la loro essenza, la natura, la capacità di saperla guardare ed ascoltare: così nascono i Giardini di Martina che con Opuntia inaugurano un nuovo modo di progettare.
Si perché la progettazione può anche evadere i confini lineari dati dai muri della propria casa ed espandersi un po’ più in là, nel nostro giardino.
Uno spazio che Martina si occupa di interpretare ed in cui abbinare le piante all’architettura a partire però da un progetto su misura, che parli del committente che le ha chiesto di realizzarlo.
Chi è Martina e come è arrivata a realizzare questo progetto che possiamo definire di “architettura naturale”?
Sono cresciuta osservando la natura e coltivando per lei un amore smisurato. Ho scelto poi di far corrispondere la mia passione con il mio lavoro, quando ho capito che non potevo più fare a meno delle piante, dei giardini e di tutto ciò che li circonda. A loro ho dedicato, da sempre, ogni attimo del mio tempo.
Quando progetti uno spazio quali sono gli elementi che ti emozionano?
Quando progettiamo un giardino non facciamo altro che dare eco alla morfologia del territorio. Percepiamo lo spirito del luogo, e creiamo su di esso nuovi paesaggi ispirati ai loro contesti.
Sicuramente gli elementi più emozionanti sono: architettura, natura e ambiente. L’intento di tutti i nostri progetti è quello di sottolineare l’intimo rapporto che nasce tra questi tre elementi.
Se dovessi descrivere il tuo lavoro, come lo definiresti?
È un lavoro fatto di emozioni. Quando progettiamo cerchiamo sempre di valorizzare il rapporto che nasce tra l’individuo ed il giardino, tenendo conto che in ogni età vi è un rapporto di reciprocità diverso tra persone ed ambiente. Per questo motivo disegniamo i nostri giardini gli uni sul paesaggio interiore degli altri, creando luoghi che riflettono l’identità delle persone che li rappresentano e che li hanno immaginati. Cerchiamo sempre di costruire legami profondi in grado di unire questi scenari alla personalità e al vissuto. Questo mi rende felice.
Qual è secondo te il legame che si crea tra natura e design, soprattutto nell’era post pandemia?
La Natura è design. Ha linee semplici, colori efficaci, volumi perfetti… è capace di offrire tessiture infinite a cui l’uomo si è da sempre ispirato. Nell’era post pandemia penso che le persone siano diventate più consapevoli… hanno sentito la necessità di tornare alle loro origini, di riscoprirsi e questo li ha avvicinati tantissimo alla Natura. C’è un forte bisogno di Natura in tutti noi in questo momento.
Ci sono dei progetti di cui ti sei innamorata e di cui ti piacerebbe sapere “che fine hanno fatto”?
Tutti. Sogno sempre di poter tornare a guardare i miei giardini per poterli veder crescere, evolversi, maturare e diventare fieri.
Quanto è importante l’aspetto sensoriale in quello che fai?
È tutto. In ogni nostro progetto cerchiamo di valorizzare la sensorialità coltivando l’intrinseca connessione tra suoni e profumi. Costruiamo con la natura. Ci impegniamo quotidianamente a impiegare materiali locali, tattili e capaci di parlare ai sensi … Il legno, le foglie, l’acqua, la luce, le ombre, i pregiati intrecci di pietrame….
Se dovessi inserire un nostro prodotto in uno dei tuoi progetti, quale sarebbe?
Sicuramente sceglierei: Gambol. Lo trovo un prodotto efficace. Quando lo guardo mi suscita completezza. Rappresenta un po’ il punto di partenza e quello d’arrivo…
Me lo immagino cadere leggero ed elegante dal ramo di un albero… sarebbe senz’altro un punto appoggio perfetto per tutti gli uccellini in cerca di ristoro ed offrirebbe loro la possibilità di scoprire il giardino da un nuovo punto di vista…
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Sogno città verdi, a misura d’uomo, perfettamente inserite nel paesaggio circostante… Architetture rispettose e sostenibili costruite in armonia con l’ambiente… e spazi verdi indispensabili cioè giardini pensati e concepiti come estensioni dello spazio abitativo interno. Luoghi in armonia con la natura che vanno oltre i confini dell’edificio a cui non si può più rinunciare.
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